COSA SUCCEDE NEL CERVELLO DELLE PERSONE ALTAMENTE SENSIBILI?
Ce lo mostra la risonanza fMRI
Se sei una Persona Altamente Sensibile (PAS), probabilmente ti sarai chiestə almeno una volta:
“Ma sono io ad esagerare… o il mio cervello funziona davvero in modo diverso?”
La risposta, finalmente, arriva dalla scienza.
Ed è: sì, funziona in modo diverso. E lo possiamo vedere.
Grazie a una tecnologia chiamata fMRI – risonanza magnetica funzionale – oggi siamo in grado di osservare cosa accade nel cervello delle persone altamente sensibili in tempo reale, mentre reagiscono a stimoli visivi, sociali o emotivi.
🔍 Cos'è l' fMRI e cosa misura?
La fMRI non fotografa solo il cervello: mostra quali aree si attivano mentre sentiamo, pensiamo, ricordiamo o percepiamo. È come osservare “la mente che lavora”. E quando questa tecnologia viene applicata alle persone sensibili, i risultati sono sorprendenti.
🌟 Le 4 principali scoperte nei cervelli delle PAS
1. Più attività nell’insula: percezione corporea ed emotiva più profonda
L'insula è una regione che ci permette di sentire cosa accade dentro di noi: tensioni, emozioni, fame, dolore, piacere.
Nelle PAS, questa zona è più attiva del normale, ed è per questo che anche uno sbalzo termico o un disagio emotivo lieve vengono vissuti con più intensità.
2. Amigdala reattiva: risposte emotive rapide e forti
L’amigdala regola le emozioni intense, soprattutto quelle legate alla paura e allo stress.
Nei soggetti altamente sensibili, l’attivazione è più rapida e più forte, il che spiega perché un tono di voce critico o un conflitto possono lasciare un segno profondo.
3. Corteccia cingolata anteriore: empatia aumentata
Questa zona è coinvolta nell’empatia e nell’elaborazione sociale. Le PAS mostrano una maggiore attivazione qui, il che conferma ciò che tante persone sensibili già sanno intuitivamente:
sentono gli altri, spesso prima ancora che parlino.
4. Elaborazione più profonda anche di stimoli neutri
Le PAS elaborano ogni stimolo con più attenzione, anche quelli che per altri passano inosservati. Questo spiega il bisogno frequente di silenzio, recupero e spazi senza troppi stimoli.
📌 Cosa ci dice tutto questo?
Che l’alta sensibilità non è una debolezza.
Non è neppure un “carattere difficile”. È un funzionamento neurologico preciso, che implica benefici straordinari (empatia, profondità, consapevolezza) ma anche una maggiore esposizione al sovraccarico.
Il messaggio da portare a casa è questo:
non devi cambiare chi sei, ma imparare a proteggerti per funzionare bene così come sei.
📖 Fonte scientifica:
Acevedo, B. P., Aron, E. N., Aron, A., Sangster, M. D., Collins, N., & Brown, L. L. (2014).
The Highly Sensitive Brain: An fMRI study of sensory processing sensitivity and response to others’ emotions.
Brain and Behavior, 4(4), 580–594.
🔗 Leggi lo studio completo (in inglese)